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PP1: atto 1°…

6 Mar

Chiunque pensi che l’amore per l’arte, l’ambiente e il paesaggio abbiano una connotazione partitica avrebbe bisogno di una lunga vacanza caraibica, amaca e piña colada! Giusto per riprendersi dallo stress.

È, semmai, il voler mettere il cappello della lotta politica su questioni meravigliosamente trasversali a danneggiare campagne di opinione sulle quali l’Italia potrebbe e dovrebbe raccogliersi ad unità. O, se non altro, ad impedire un dialogo ragionato che vada oltre gli opposti apriorismi.

Il PP1 e l’auditorium di Padova sono la dimostrazione di quanto siano trasversali gli interventi urbanistici ispirati a megalomania e scarsa conoscenza della storia e dei problemi del territorio italiano. Se non a ragioni più prosaiche… PP1 e auditorium sono infatti due progetti, nato ciascuno sotto una diversa stella partitica, che tendono tuttavia a saldarsi in un’unica idea (?) organica. Qualcuno ha inventato l’evocativa immagine del “Partito del Cemento“: tentativo poetico per uscire dall’ormai sterile e fuorviante contrapposizione destra/sinistra e per trovare un massimo comun denominatore alle responsabilità, passate e presenti, in tema di danni ambientali, paesaggistici e sociali.

Però non è forse questa la prospettiva più corretta. In fin dei conti, anche il Colosseo e il Pantheon son fatti di opus caementicium – i romani furono meravigliosi e brillanti cementificatori!

La trasversalità dei danni prodotti in Italia non è da imputare ad un “partito al di sopra dei partiti” o ad un materiale edile. Bensì alla disperazione di una classe dirigente, che ha sostituito la visione politica con l’ansia da prestazione!

La dinamica è questa:

  1. al mattino i quotidiani riportano le dichiarazioni ossessive compulsive di qualche assessore che osanna i nuovi interventi pubblici;
  2. nei dibattiti serali, sulle reti locali, qualche collega di coalizione schiva cerchiobottisticamente le osservazioni dei cittadini preoccupati, riallacciando i fili tra i medesimi interventi pubblici sub 1. e le precedenti amministrazioni, meglio se di diverso color politico!

I vertici tragici si raggiungono quando le opere conseguono un brillante successo o sfociano in un drammatico fallimento: nel primo caso ognuno ha la sua fetta di merito. Nel secondo caso, la colpa è dei canguri australiani…

Intanto le città muoiono e le periferie entrano in coma irreversibile. O viceversa…

Qualora servisse precisarlo, non ci riferiamo qui al solo Comune di Padova. Né ad uno schieramento piuttosto che all’altro! Lo scaricabarile è un malcostume diffuso e perfettamente bilaterale!

Tutto ciò è mortalmente imbarazzante! Perché? Per il semplice fatto che non mi passa nemmeno per la testa di dichiararmi terzo e imparziale: sono irrecuperabilmente affetto da passion politica! Anzi, penso che la millantata indipendenza sia solo un tentativo di mascherare l’ignavia; quando non sia latrice di inconfessabili ascendenze! Quindi mi schiero.

Per questo, per il semplice fatto di esprimere un voto, ho anche io le mani sporche.

Tuttavia, essere schierati senza il coraggio di criticare la propria famiglia, significa diventare faziosi e sciocchi.

E vediamo infine cos’è il PP1:

Una torre alta cento metri fatta di due “lame” di mattoni e acciaio che si innalzeranno la prima per 28 piani, la seconda per 30, abbracciandosi l’una all’altra. E intorno una rosa di edifici di grandissimo pregio per negozi, uffici e abitazioni e un parco-giardino di quasi 9 mila metri quadrati,.
A piano terra e al primo piano negozi e uffici poi due piani di appartamenti che aumenteranno sempre di più fino all’ultimo complesso, di nove piani. La torre è costituita da due corpi che si incastrano l’uno sull’altro e dentro ci saranno solo appartamenti: uno per piano, da 600 metri quadrati, oppure tre a 200. Le residenze cominceranno dal terzo piano. Al secondo, una caffetteria e una libreria, spazi comuni per i residenti.
Davanti, verso via Trieste, un edificio a forma ellissoidale di nove piani che ospiterà uffici. È pensato sopra l’area pubblica, quella della Provincia di Padova, così come lo sono gli edifici che chiudono a nord il progetto
Infine i garages. Tutta l’area del PP1, oltre 36 mila metri quadrati vedrà due piani di garages sotterranei per oltre 2 mila posti auto, significa 60 mila metri quadrati. Un piano, per mille auto, sarà privato, l’altro invece, destinato al pubblico”.

Per chi non avesse letto tra le righe, tutto ciò significa che un’enorme area destinata a verde pubblico sta per essere trasformata in un lussuoso quartierino privato con servitù pubblica! Se qualcuno fosse interessato, pare che gli appartamenti siano già in vendita. A progetto…